Genoa Juventus 0 a 0 . Grifo, prendi , incarta e porta a casa... .
Terza domenica di Quaresima per il Genoa al terzo pareggio consecutivo. Pareggio ricco di emozioni tra rossoblu e bianconeri, con gol non realizzati per grandi parate dei portieri, pali e traverse (bianconere ), errori al millimetro degli assistenti e mancate decisioni arbitrali. Al netto degli errori arbitrali il Genoa deve prendere, incartare e
portare in classifica questo importante punto; la Juventus deve piangere sé stessa non avendo un attaccante in grado di finalizzare la gran mole di lavoro. Conte dal gabbiotto deve chiedersi perché Borriello è entrato solamente in campo negli ultimi 5 minuti di gara. Marino invece è contento perché finalmente la difesa del Genoa non ha preso gol. Non succedeva dalla gara con il Siena del dicembre scorso vinta per 2 a 0 al Franchi . Il problema di non prendere gol ha condizionato la gara del Grifone contro la Vecchia Signora, data in asfissia, ma che si è dimostrata invece pimpante fino all’ultimo minuto di giuoco.
Nel primo tempo la gabbia su Pirlo creata da Palacio e da Gilardino, più dal secondo che dal primo, ha funzionato a metà (fino a centrocampo). “Bollicine” Pirlo quando ha capito che spostandosi qualche metro più avanti la gabbia si sarebbe aperta ha iniziato gli attacchi al fortino di Frey , tirando da fuori area e innescando in profondità soprattutto Vucinic. Nel primo tempo, la gabbia si è aperta, aprendo un varco sulla corsia di Sculli, a corto di “gamba”, per fare il solito lavoro meritorio che ha permesso di stroncare Napoli, Udinese e Lazio , e Kucka e Biodnini costretti a fare diagonali sulle corsie laterali per tamponare gli esterni bianconeri, lasciando spazio a Pirlo. Nel secondo tempo la mossa di Marino di fare entrare Mesto e Costant , abbassando il baricentro ha permesso al regista della Nazionale di fare il suo giuoco in competa libertà, con
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l’ausilio degli esterni bassi bianconeri pronti a supportarlo sulle corsie laterali e pronti a fare sovrapposizioni in profondità. Meno male che la scelta di Marino di chiudere gli spazi davanti, a Frey ha avuto successo anche contro i 17 calci d’angolo battuti da lla Juventus ed i 3 legni presi da Vucinic e Pepe. Il Genoa da l’impressione di essere una coperta corta: se attacca becca gol negli spazi, se si difende Gilardino e Palacio devono fare da soli lotte titaniche, perdenti, con 4 difensori. Il problema più grosso del Genoa è nelle ripartenze , nel possesso del pallone, nel palleggio dei centrocampisti e probabilmente dalla mancanza in campo del play maker. I difensori quando devono ripartire alzando la testa non trovano mai il compagno a cui appoggiare il pallone e sono costretti a buttare la sfera in avanti scavalcando il centrocampo: sbarrare la strada agli avversari e dopo non impostare nuovamente un azione difficilmente porterà ad operazioni offensive. Non è mia intenzione ingaggiare battaglie dialettiche sulla superiorità di questo o quell’altro sistema in termine di efficienza e di incidenza sui successi del Genoa, perché penso che sia solamente teoria , ma da Marino mi piacerebbe avere delle risposte: ad esempio come non perdere il capitale davanti(Gilardino Palacio ) ed aggiungo anche non prendere gol , …scivolando nella fantascienza calcistica rossoblu..
Bando alle parole , senza fare nomi di calciatori e di modulo il Genoa deve trovare un equilibrio tattico che gli consenta di sfruttare soprattutto il ben di Dio che ha davanti. Rizzoli il direttore di gara ha diretto in modo “ pilatesco”, ogni suo fischio era contestato dai 22 in campo. L’architetto bolognese ha incominciato a perdonare un fallo di mano volontario e da rosso (interruzione di una chiara azione da gol ?) di Vidal su un “sombrero” di Palacio, andando ad ammonire De Ceglie che non aveva fatto nulla. Ha annullato per questioni di mm. un gol , può darsi valido, a Pepe, su segnalazione del primo assistente. Non ha fischiato un rigore (primo tempo ) giustamente a Matri che si strattonava con Carvalho in egual misura; ha creduto che Palacio fosse un brocco, svirgolando un pallone mandandolo in fallo laterale e probabilmente invece toccato sul piede di appoggio dall’avversario; al 92’ di giuoco non ha concesso un evidente rigore, per i genoani, di Pirlo su Rossi.
Scommettiamo che i moviolisti serali ed i giornali specializzati non saranno tutti d’accordo e sempre per una questione di millimetri qualcuno dirà e scriverà che il play della nazionale ha colpito prima il pallone,senza procurare il danno al Capitano rossoblu ? Festa fino a mercoledì per i calciatori rossoblu e dopo Marino dovrà preparare la partita con la Roma di lunedì 19, la squadra che fa più possesso del pallone nel campionato italiano. ( LINO MARMORATO)