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04
Feb
2009

INCENDIO MOTONAVE ATHARA: PUGNO DI FERRO DELLA CAPITANERIA , SANZIONI PER 150 MILA EURO

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GENOVA. Si è conclusa la prima fase dell’attività investigativa della Capitaneria di porto di Genova in merito all’incendio occorso nella tarda serata del 28 gennaio u.s. a bordo del traghetto trasporto passeggeri ATHARA, in navigazione da Genova a Porto Torres con 124 passeggeri a bordo.

L’inchiesta si sta svolgendo su due distinti binari, amministrativo e penale. Sotto il primo aspetto, l’inchiesta amministrativa sui sinistri marittimi ha l’importante scopo di evitare il ripetersi di analoghi eventi, individuando le cause che lo hanno determinato e la circostanza che lo ha favorito: si tratta di individuare la vera causa del sinistro al fine di migliorare le norme e gli standard di sicurezza.
Sono stati sentiti il Comandante dell’unità e gli ufficiali di coperta responsabili del servizio antincendio e dell’imbarco del carico; si è inoltre acquisito una serie di documentazione di bordo tra cui il supporto informatico relativo ai dati registrati sul Voyage Data Recorder, una sorta di registratore che fissa tutti i momenti in cui si sono articolate le varie  fasi del sinistro, dalle comunicazioni radio all’attivazione dei sistemi antincendio nonchè alle richieste di soccorso.

Una volta elaborato e confrontato tutto il materiale raccolto, ivi compreso la relazione tecnica dei Vigili del fuoco, una Commissione composta da personale della Capitaneria di porto procederà alle necessarie valutazioni e a formulare le relative conclusioni, individuando le precise cause dell’incendio e le eventuali responsabilità.

Da un primo esame del materiale raccolto, l’incendio sarebbe partito dal un camion frigo stivato nel ponte n. 3 della nave e da lì ha invaso parte del garage.  Le procedure adottate dal bordo e i sistemi antincendio della nave hanno funzionato bene ed hanno fatto si che l’incendio rimanesse circoscritto in attesa dell’intervento dei vigili del fuoco che hanno successivamente condotto le operazioni di spegnimento.


Una volta determinate le cause, il Comando dell’Autorità Marittima sta valutando la possibilità di istituire un tavolo tecnico con tutte le autorità amministrative e forze di polizia interessate, al fine di sviscerare la materia in questione e adottare misure idonee tese prevenire il ripetersi di fatti analoghi.

Sotto il secondo aspetto, quello penale e sanzionatorio in generale, questa mattina gli ufficiali della Sezione tecnica della Capitaneria di Porto hanno consegnato in Procura una specifica relazione corredata da un corposo fascicolo al fine di fornire all’Autorità Giudiziaria quegli elementi necessari per verificare lo svolgimento dei fatti e accertare eventuali responsabilità.
Particolare attenzione è stata posta alla presenza a bordo di merci pericolose. Si ribadisce come la nave in questione è in possesso di un certificato che autorizza la stessa al trasporto di determinate merci pericolose.

Commissionata dall’Autorità Marittima, il Servizio chimico del porto ha fatto pervenire una dettagliata relazione in cui è specificata la tipologia delle merci pericolose presenti sui semirimorchi imbarcati, coinvolti nell’incendio e, attraverso un controllo incrociato con la prima citata certificazione, si è accertato che era presente a bordo merce pericolosa  NON AUTORIZZATA
Nello specifico erano state imbarcate sostanze appartenenti alla categoria dei   liquidi infiammabili  e sostanze appartenenti alla categoria dei gas infiammabili: le citate merci non potevano essere imbarcate in quanto non contemplate dal più volte citato certificato nave.

Altre merci pericolose presenti a bordo, appartenenti alla categoria delle sostanze corrosive e dei solidi infiammabili, potevano invece essere imbarcate in quanto contemplate dal certificato stesso, ma per le stesse non era stata espletata la relativa pratica amministrativa prevista dalle vigenti normative ed era pertanto ignota la loro presenza.

A carico delle ditte di autotrasporto/ spedizione della merce sono stati elevati verbali amministrativi per un totale di 150 mila euro per aver imbarcato clandestinamente sostanze infiammabili e altra merce pericolosa , fattispecie punita dall’art. 1199 del Codice della navigazione. La merce infatti è stata imbarcata  con la dicitura generica di “collettame” senza far risultare nelle relative polizze di carico l’esatta tipologia della sostanza.
Quanto  è relativo alle sanzioni amministrative elevate dalla Capitaneria di Porto mentre riguardo l’inchiesta penale, la Procura ha acquisito gli atti e si riserva le relative valutazioni.