ARCIGAY:AVVENIRE, BOFFO SI SCUSI CON I COLLEGHI DEL SECOLO XIX
Chiarisca se il suo giornale è di norma votato alla “inutile crudeltà” verso le persone omosessuali. Basta che emerga la realtà dei preti omosessuali e c’è chi si agita, come accade a Dino Boffo, direttore di Avvenire che in un editoriale di oggi attacca lancia in resta i colleghi del Secolo XIX, e di riflesso quelli di Repubblica, per aver raccontato la storia di un prete omosessuale della Liguria, e ne mette in dubbio l’autenticità.
Nel livore contro il quotidiano genovese, Dino Boffo si fa sfuggire dichiarazioni gravissime. Dalle sue parole sembra che la linea editoriale di Avvenire rispetto alle persone omosessuali sia di indulgere in “inutile crudeltà” verso le persone omosessuali.
Boffo parlando dell’articolo di Vittorino Andreoli relativo all’omosessualità pubblicato da Avvenire e contestando che esso sia una “svolta” rispetto all’impostazione fino allora tenuta dal giornale, dichiara: “Semplicemente non c’erano, nel lessico pur franco dello psicanalista Andreoli, accenti di inutile crudeltà. Ebbene, approfittare di questo, per attribuire al giornale cattolico il contrario di quanto normalmente sostiene e di ciò che ha argomentato anche nella presente circostanza, è un’operazione indegna”.
“Chiediamo a Dino Boffo – dichiara Riccardo Gottardi, segretario nazionale di Arcigay – di chiarire se la linea editoriale abituale di Avvenire, fatto salvo l’articolo di Andreoli, sia quella della “inutile crudeltà” verso le persone omosessuali.”
“Sminuire il lavoro serio e la professionalità dei giornalisti del Secolo XIX e di Repubblica mettendo in dubbio la veridicità dell’intervista al “prete gay” – continua Gottardi - è sintomo del panico che si scatena ogni volta che viene affrontato il tema dei preti omosessuali. Ma non c’è da spaventarsi, c’è solo da accettare una realtà che non solo esiste, ma è fondamentale per la sopravvivenza della chiesa cattolica.
Se tutti i preti gay (per non parlare degli alti prelati e delle suore lesbiche) venissero allontanati dalla Chiesa, rimarrebbero davvero poche persone a dir messa e i palazzi Vaticani sarebbero semi-vuoti.”
“La reazione di Boffo, al di là del livore giustificabile solo in chi viene punto sul vivo – conclude Gottardi - ha il sapore di un’azione politica di negazionismo della realtà che, per usare le sue stesse parole, “richiama i vizi della propaganda in voga nei regimi oscuri di altre epoche”, e Dino Boffo dovrebbe quindi solo scusarsi c