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12
Gen
2009

DONNE:ALESSANDRA SERVIDORI(CONSIGLIERA NAZIONALE DI PARITA') SOLIDARIETA' A RACHIDA DATI

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Roma  "A volte capita che le peggiori nemiche delle donne siano le donne stesse" lo afferna Alessandra Servidori (Consigliera nazionale di parità) che, senza voler fare polemica, dalle pagine de Il TEMPO(IN EDICOLA DOMANI) prende le difese di Rachida Dati, ministro Guardasigilli di Nicolas Sarkozy, perseguitata dal gossip durante la gravidanza e che neanche una settimana dopo il parto e' tornata al suo posto "come una qualsiasi lavoratrice autonoma e per questo fortemente criticata".
 
La vicenda della Dati offre alla Consigliera Nazionale di Parita' lo spunto per un'analisi della presenza femminile nel mondo della politica, il campo in cui le donne hanno più difficoltà d’accesso, ma anche delle conquiste femminili nel mondo del lavoro.  La Servidori propone infatti dati interessanti che mettono in luce il gap italiano rispetto al resto dei Paesi della UE a 27. "Nella Ue a 27 - scrive la Servidori - le donne presenti nei Parlamenti nazionali nel 2007 erano il 23% come nel 2004.In Francia sono tuttora il 13%. In Italia le donne nelle assemblee elettive sono passate nel periodo considerato dal 12% al 17%. Il maggior numero di donne parlamentari si trova nei Paesi del Nord Europa (in Svezia col 48%, in Finlandia col 42%, nei Paesi Bassi col 39%)" ma il raffonto come si evince diviene  interessante quando si pongono in parallelo i dati della presenza femminile in politica con quelli della presenza femminile nel mondo del lavoro e delle imprese "E’ incoraggiante, invece - scrive la Servidori - la distribuzione per genere dei manager. In Italia nel 2001 le donne erano il 17,8%; nel 2006 sono salite al 32,9%, mentre gli uomini sono scesi dall’82,2% al 67,1%.". Un dato in crescita che mette ancor piu' in evidenza come "a fronte della scarsa rappresentanza delle donne nelle istituzioni politiche, le signore manager sono il 38,5%. E vengono subito dopo il 40% dei Paesi Baltici. Ma - mette in guardia la Consigliera di parita' - il vero gap di genere (in Italia e nella Ue) lo si trova osservando il tasso di occupazione nel caso di donna con figli, dove le donne occupate con figli sono state solo 54,6% (nel 2006). In sostanza - mette ancora in evidenza la Servidori rapportando i dati europei con quelli italiani - da noi, quasi una donna su due (con figli) non entra o esce dal mercato del lavoro, mentre gli uomini-padri sono sollecitati ad entrarvi, se ancora ne sono esclusi. Il problema - aggiunge - della c.d. conciliazione è dunque cruciale".